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      Quando le fu annunciato il Dal Poggio, finse di ricordarsi allora allora che egli veniva per parlare d'affari con Girolamino, e volgendosi a lui che entrava, colla mano aperta sulla fronte:
      - Ah la stordita ch'io sono! - sclamò - Mi sono scordata che tu dovevi tornar oggi per quella faccenda con mio marito, e l'ho mandato fuori di casa. Questa volta sono proprio imperdonabile;... la colpa è tutta mia.
      - Non monta; - rispose il Dal Poggio - l'affare non è poi cosí pressante che non si possa rimetterlo a piú tardi.
      - Se è cosí tanto meglio! Temevo d'aver fatto un danno; del resto se hai tempo di aspettar qui un pochino, egli non deve star molto a ritornare.
      - Bene, allora lo aspetterò; - rispose volentieri il Dal Poggio, sedendosi accanto alla toeletta dell'attempata elegante.
      - E Noemi come sta?
      - Sta bene; anzi ti dirò francamente, giacché sono qui, che ho bisogno di continuare il discorso di ieri, giacché sarebbe inutile dissimularti che è per me d'una certa importanza. Ieri sera io ho parlato a Noemi, e sfortunatamente ho dovuto convincermi che i miei sospetti non sono infondati! Eh già tu ridi, come il solito, ma io son d'avviso che non ci sia nulla da ridere.
      - Scusami; non rido né di te, né di lei... Mi pare soltanto che tu voglia dare alle cose maggior importanza di quello che meritano realmente...
      - Lasciami continuare. Siccome ella è incapace di mentire, cosí non volle rispondere categoricamente alle mie domande, e mi lasciò come puoi immaginarti, molto inquieto. Allora io credetti di mio dovere il proporle un mezzo assai giovevole alla sua guarigione morale, e le suggerii di sospendere per qualche tempo le sue visite in casa tua.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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