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      Calmato da questa spiegazione il Dal Poggio potè rispondere un: Va bene, che non distrusse però la prima impressione.
      E ritornò nella stanza da letto, dove il nonno lo stava aspettando coll'ansia d'un uomo che ha il presentimento di una sciagura.
      Infatti, appena il Dal Poggio fu uscito di là, egli aveva girato gli occhi intorno, cercando un segnale che lo confermasse in un suo sospetto; e non ebbe molto a cercarlo. Sullo scrittoio egli vide una lettera, che aveva l'aria d'essere stata scritta da poco tempo. Cavò gli occhiali di tasca, la prese in mano, vi gettò sopra gli occhi e lesse sulla soprascritta il proprio nome e cognome del carattere di Noemi.
      - Sventura! sventura! - sclamò il povero vecchio impallidendo - Ah che cosa feci io a darla a quest'uomo!
      E sedutosi sulla sedia che stava dinanzi allo scrittoio, aperse la lettera e piangendo a calde lagrime, lesse ciò che gli scriveva la povera Noemi.
     
     
      CAPITOLO QUINDICESIMO
     
      DETERMINAZIONE
     
      La logica della passione - lo ripeto - è inesorabile. Rinvenuta dallo stupore e - diciamolo pure - dalla vergogna di trovarsi scoperta, sotto l'impressione delle sozze ingiurie di suo marito, di fronte alla minaccia di una partenza che la strappava forse per sempre da Emilio, Noemi non aveva molto esitato a prendere un'estrema risoluzione.
      Se Emilio non le avesse mai parlato di fuga, se ella avesse sospettato soltanto di recargli un imbarazzo, o un disturbo, avrebbe sopportato con rassegnazione la propria sorte, o sarebbe corsa a mettersi sotto la protezione del nonno.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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