- Indietro! - disse Emilio preparandosi a contendergli il passo.
E una lotta pareva inevitabile.
Allora il professor Bartelloni, alzate le braccia, come per metter pace, si pose in mezzo a loro e prendendo ad entrambi la mano, con voce commossa, e con dire infiammato:
- Sí, bisogna finirla; - replicò - È orribile ma è necessario! La è una grande sciagura questa a cui mi tocca di assistere; ma la è anche una grande lezione per tutti... Dio non voglia, - continuò alzando al cielo gli sguardi colla maestosa semplicità d'un filosofo - Dio non voglia che questa sciagura abbia a colpir troppo chi ne ha minor colpa.
E qui abbandonata la mano del Dal Poggio, e stringendo, in entrambe le sue, quella di Emilio, ripigliò:
- Povero giovine;... tu sai se io avrei voluto nasconderti questa orribile verità... tu lo sai. Ma ormai è impossibile... Guarda quest'uomo che tu hai offeso - e accennava il Dal Poggio - quest'uomo che ti ha offeso... Tu non puoi batterti con lui... tu devi obbedirgli... devi cedere... Mi capisci? Egli è quel desso!... Mi hai tu inteso, mi hai tu inteso, povero Emilio...?
Il misero giovine aveva ascoltato quelle parole, cogli occhi spalancati, le labbra tremanti, le braccia protese.
- Giustizia di Dio! - sclamò come pazzo di dolore - Possibile! No, non è vero... non può essere, non deve essere. Ditemi che non è vero, oh ditemelo per carità!
Bartelloni chinò il capo sul petto e non rispose.
- Dunque è lui?! - ripigliò Emilio additando il Dal Poggio - Lui!!... E Noemi? Oh pietà di me, pietà di me.
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