- Guarda Gustavo e Teodoro! Viva i sette; morte ai Tedeschi!
Niso ed Emilio precipitarono la corsa e raggiunsero i due amici sulla soglia del castello, mentre Gustavo che era entrato il primo di tutti, sorprendeva la sentinella e le inchiodava nella gola l'allarme con una pugnalata.
Allora fu una scena da non dirsi. Que' trenta eroi si avventarono ciascuno contro un Austriaco senza dar un grido, muti e terribili come ombre furenti, e sterminarono la schiera che stava di guardia sotto l'androne. Coi conquistati fucili si slanciarono a baionetta in canna nel primo cortile... e si udí per qualche tempo un orribile scrosciar colpi, e grida di cadenti, e lamenti di feriti, e lunghi allarmi risuonanti dovunque nell'immenso fabbricato.
Ma rinvenuti dallo sbalordimento, i soldati correvano alle armi, e cominciavano ad attorniar da ogni parte quei pochi rivoltosi...
La battaglia disuguale, e ormai disperata, durò ancora qualche poco; poi le imposte della porta del forte si chiusero;... il rumore andò cessando e dieci minuti dopo vi regnava un silenzio di morte.
Da quel punto non si seppe piú nulla di quegli sventurati. Ciò che seguí nella scellerata corte è ancora un mistero di sangue; ma se la storia non fosse pronta ad attestarlo, nessuno crederebbe che venti o trenta giovani quasi inermi abbiano tentato quel colpo.
Cosí morirono quattro dei sette: Emilio, Niso, Gustavo e Teodoro. La compagnia brusca si sciolse, giacché gli altri tre, quantunque non avessero preso parte al moto, dovettero mettersi in salvo esulando.
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