- sclamò alla sua volta il vecchio dopo averlo riconosciuto.
E si abbracciarono affettuosamente.
- Donde venite? - fu la prima domanda del professore.
- Da Lugano; vale a dire da Parigi dove sono stato due anni; e ora vado dritto in Crimea ad uccidere un po' di Russi, od a farmi uccidere da essi... Oh ma, - ripigliò tosto con un sorriso - sapete, professore, che io comincio a credere al magnetismo?... Sediamoci qui, caro Bartelloni... Crederete, professore, che poc'anzi, rivedendo dopo due anni quel caro paese là - e additava la sponda lombarda - mi siete venuto in mente anche voi?... Proprio, un'ora fa, a dir molto. Ho pensato a voi, al nostro povero Emilio, a Niso, a Gustavo... a tutti quei poveri miei amici d'un giorno... E la Gigia? Povera ragazza!... cosí buona! Ma voi forse non l'avete conosciuta la Gigia! E quell'angelo d'una signora che voleva tanto bene al povero Emilio... che venne a trovarlo quel giorno che ci toccò di partire dal suo letto...? ve ne ricordate...? chissà!...
- Zitto, - disse Bartelloni, mettendo l'indice attraverso le labbra - zitto, perché essa è qui...
- Qui, dove?
- Sul battello a vapore.
- L'amante di Emilio?
- Precisamente.
- La signora Dal Poggio?
- È qui con suo marito.
- Con suo marito!? - sclamò Gastoni - Ma non s'era ella divisa da suo marito?
- Tutt'altro.
- Non era ella fuggita di casa? Io mi ero messo in mente che fosse accaduto uno scompiglio in quella casa.
- Era fuggita infatti, ma ora è di nuovo con lui, e possono servir di modello...
- Oh prosa delle prose!
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