Questa unione perseguiva pure lo scopo di trarre dalla massa rivoluzionaria dei contadini una forza reale e organizzata, che potesse combattere contro qualsiasi controrivoluzione e salvare la libertà e la terra del popolo insorto.
La parte più importante in questa opera di unificazione, come in quella dello sviluppo generale del movimento rivoluzionario nel Sud dell'Ucraina, fu svolta dalla brigata di insorti condotta dal contadino indigeno Nestor Machnò. Dai primi giorni del movimento all'epoca del suo maggiore sviluppo, quando i contadini sconfissero i possidenti, Machnò vi ebbe una parte tanto importante che intere insurrezioni e i più eroici momenti del movimento sono legati al suo nome. Inoltre, quando l'insurrezione trionfò sulla controrivoluzione di Skoropadski e sulla regione cominciò a incombere la minaccia di Denikin, Machnò divenne il centro di unificazione di milioni di contadini, su un territorio di alcune provincie. Questo momento nella storia della insurrezione ucraina è quello in cui si formarono i suoi tratti essenziali, si manifestarono i suoi compiti storici. Poichè l'insurrezione non conservò ovunque la sua natura popolare e rivoluzionaria nè la fedeltà agli interessi della sua classe. Mentre nell'Ucraina meridionale inalberò la bandiera nera dell'anarchismo e si mise sulla via di una società senza governo e di una autoamministrazione dei lavoratori, nella parte occidentale e nord-occidentale dell'Ucraina, essa, dopo la fine dello hetman, cadde sotto l'influenza di elementi estranei e nemici, cioè dei nazionalisti democratici (petliuristi). Per più di due anni una parte degli insorti della Ucraina occidentale servì di difesa ai petliuristi, che sotto la bandiera nazionale perseguivano gli interessi della locale borghesia liberale.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
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