Tuttavia presso gli anarchici, che in quel momento della rivoluzione russa apparivano estremamente indecisi e deboli, non potč trovare consigli convincenti nč decise indicazioni, quindi tornņ in Ucraina con le opinioni con cui era venuto.
Da molto tempo gli era maturato questo pensiero: organizzare tutta la massa dei contadini come indipendente forza storica, suscitare l'energia rivoluzionaria depositatasi in lei nel corso dei secoli, e gettare la sua colossale potenza contro l'ordine feudale contemporaneo. E quello era per lui il momento di agire. Trovandosi a Mosca e leggendo i comunicati dei giornali sui frequenti atti di ribellione dei contadini ucraini, si commuoveva tutto, quasi usciva di sč: ogni nuovo giorno in quella cittą era una maggiore sofferenza morale. Allora in tutta fretta, con l'aiuto di un vecchio compagno di prigione e di idee, prese la sua decisione e tornņ in Ucraina, nella regione di Guliai-Pole. Ciņ avvenne nel luglio del 1918. Dovette viaggiare faticosamente e in assoluto segreto, per non cadere nelle mani degli agenti dello hetman. E una volta Machnņ fu quasi perso, poichč le autoritą tedesche lo catturarono mentre portava una valigia di pubblicazioni anarchiche. Lo salvņ un conoscente ebreo di Guliai-Pole, che sborsņ una grande somma di denaro per ottenerne la liberazione. Durante il suo viaggio in Ucraina i bolscevichi gli proposero di prendersi una determinata zona dell'Ucraina per il lavoro rivoluzionario clandestino e di condurre tale lavoro a nome loro.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
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