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      Colpito improvvisamente mentre di nulla sospettava, fu preso dal panico: a gruppi o ciascuno per sè, i soldati cominciarono a fuggire, gettando le armi, abbandonando le mitragliatrici e i cavalli.
      Senza dare loro il tempo di riprendersi, di contare il numero degli attaccanti e di passare al contrattacco, i rivoluzionari li dispersero riducendoli a piccoli gruppi e battendoli al galoppo. Una parte della brigata speciale dei volontari riparò verso il fiume Volcia, nel quale fu fatta perire dai contadini del luogo usciti a battaglia. La sconfitta del nemico non poteva essere maggiore.
      I contadini e le brigate unite dei rivoluzionari accolsero solennemente gli eroi e proclamarono all'unanimità di considerare Machnò padre di tutto il movimento rivoluzionario dell'Ucraina.
      Due giorni dopo Bolsciaia Michailovka fu circondata da grandi forze austrotedesche e dai reparti dei proprietari e dei kulak, chiamati da tutta la regione. Intorno al 5 ottobre i tedeschi cominciarono a battere il villaggio con intenso fuoco d'artiglieria e quando fu abbastanza rovinato dagli obici vi fecero entrare reparti di fanteria e brigate di kulak, che compiute esecuzioni in massa vi appiccarono il fuoco da ogni lato. Per due giorni arse Michailovka e per due giorni si scatenò la furiosa vendetta dei kulak e dei tedeschi sui poveri contadini.
      Questo fatto unì ancora di più la massa contadina della regione e la avvicinò maggiormente all'attività rivoluzionaria.
      La grande massa dei contadini, il grosso della popolazione dei villaggi e delle campagne naturalmente non entrò nelle brigate allo stesso modo dei partigiani, ma tuttavia si mantenne in stretto contatto con esse.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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