Questo fu il movimento petliurista, così chiamato appunto da Simone Petliura, uno dei più attivi suoi dirigenti.
Lo svilupparsi e il rafforzarsi del movimento petliurista, come forza di dominio statale, fu un colpo al bolscevismo, che già aveva preso il potere nella Russia grande e cercava di estenderlo in Ucraina. La posizione dei bolscevichi nella Russia grande senza l'Ucraina risultava molto difficile già dai primi tempi. Perciò i bolscevichi spinsero presto le loro truppe su Kiev. Dall'11 al 25 gennaio 1918 Kiev fu teatro di una lotta accanita fra petliuristi e bolscevichi. Il 25 gennaio i bolscevichi presero Kiev, donde cominciarono a estendere il loro potere su tutta l'Ucraina. Il governo di Petliura e gli agenti politici del movimento si ritirarono nella parte occidentale del paese, protestando contro l'occupazione bolscevica.
Le forze bolsceviche rimasero in Ucraina solo due tre mesi, e nel marzo-aprile 1918 si ritirarono nella Russia grande abbandonando l'Ucraina alle truppe di occupazione austro-tedesche. Di ciò approfittarono i petliuristi: il loro governo, rappresentato dalla rada centrale e dal consiglio dei ministri, tornò a Kiev. La repubblica questa volta non fu più «democratica», ma «popolare ucraina». Naturalmente il governo di questa repubblica, come qualsiasi altro, si appoggiava tutto sulla forza militare, e quando entrò a Kiev si guardò bene dal chiedere al popolo se avesse bisogno di un governo o no. Approfittando dell'occasione, rientrò nel paese, dichiarandosi governo nazionale e a provarlo si valse sopratutto della forza delle baionette.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
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