Se in alcuni posti direttivi dello stato comunista si trovano dei lavoratori, č perchč ciņ serve a un regime schiavistico: essi danno l'illusione di una natura popolare dell'autoritą democratica e sono usati a cementare e a consolidare il costruendo edificio autoritario della democrazia socialista. La loro č una parte di secondo piano, sopratutto esecutiva. Inoltre godono di privilegi a spese della restante massa asservita e sono reclutati tra i cosidetti «lavoratori coscienti», cioč lavoratori che accettano senza criticarli i principi del marxismo e del movimento dell'intelligenza socialista.
Gli operai e i contadini nello stato comunista sono socialmente asserviti, economicamente sfruttati, politicamente privi di diritti. Ma questo non č ancora tutto. Messosi sulla via di una statizzazione generale, il bolscevismo doveva inevitabilmente obbligare anche la vita spirituale dei lavoratori. In realtą č difficile trovare un paese dove il pensiero dei lavoratori sia soffocato in maniera cosģ assoluta come nello stato comunista. Con il pretesto della lotta contro le idee borghesi e controrivoluzionarie tutta la stampa che non si professava comunista č stata abolita, sebbene fosse sostenuta da larghe masse del proletariato. Nessuno puņ esprimere a voce alta i suoi pensieri. Come ha pianificato tutta la vita sociale ed economica del paese conformemente al suo programma, cosģ il bolscevismo ha inquadrato anche la vita spirituale del popolo. Il campo aperto del pensiero e della iniziativa popolare si č convertito nella oscura caserma dell'educazione e dell'insegnamento di partito.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
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