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      Questo legame doveva, evitando gli organi statali, toccare direttamente la massa operaia delle cittą negli stabilimenti e nei sindacati.
      L'unione era necessaria per rafforzare e aprire maggiormente la rivoluzione. Si sapeva che tali rapporti avrebbero portato alla lotta contro il partito di stato, che non avrebbe abbandonato facilmente il suo potere sulle masse: ma ciņ non sembrava un grande pericolo, poichč i contadini e gli operai uniti avrebbero agevolmente tenuto a freno qualsiasi autoritą. Inoltre e pił importante, non era possibile trovare altre forme di unione con gli operai all'infuori di quelle dirette, che portavano al congedo della autoritą e ne provocavano la reazione. Proprio in questa alleanza della campagna con la cittą era contenuta la possibilitą di ingrandire e approfondire la rivoluzione. «Operaio, dammi la mano», erano le parole dei contadini rivoluzionari di Guliai-Pole alla cittą. Da parte dei contadini della libera regione era una cosa logica. In casa loro erano assolutamente liberi: disponevano liberamente di sč e dei prodotti del loro lavoro. Per ciņ volevano vedere nella stessa situazione gli operai della cittą, e quindi avvicinandosi a loro evitavano qualsiasi organizzazione politica statale o comunque improduttiva, da cui avevano tanto sofferto in passato. Contemporaneamente desideravano che anche l'operaio si avvicinasse nello stesso modo, direttamente.
      Ecco come sorse nella regione il problema della alleanza con gli operai delle cittą. Portato e discusso ovunque, divenne per tutta la regione la parola d'ordine del momento.


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Storia del movimento machnovista
di Pėtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




Guliai-Pole