Nei villaggi e nelle campagne le organizzazioni e le istituzioni sociali avevano nomi diversi. In un villaggio c'era il consiglio, in un altro la giunta popolare, in un terzo lo stato maggiore militare-rivoluzionario, in un quarto la giunta territoriale ecc. Ma tutte avevano uno spirito rivoluzionario: il congresso si convocò per rafforzare il fronte e per costituire un unico organismo nella regione.
Il congresso non fu convocato da nessuno, si radunò da sè per accordo della popolazione. Al congresso si fece subito sentire la necessità di strappare all'esercito di Petliura i fratelli da lui mobilitati obbligatoriamente e a questo scopo fu eletta una delegazione di cinque uomini ai quali furono date istruzioni di arrivare, attraverso lo stato maggiore di Machnò o di altri, quando fosse necessario, all'esercito del direttorio ucraino (petliurista) con lo scopo di spiegare ai compagni mobilitati che erano stati ingannati e che dovevano andarsene. A questa stessa delegazione fu dato incarico, tornando, di raccogliere un congresso più vasto, per organizzare tutta la regione liberata dalle bande controrivoluzionarie e per rafforzare maggiormente il fronte. Al loro ritorno i delegati convocarono il secondo congresso regionale al di fuori di tutti i partiti di ogni autorità e di ogni legge, poichè voi, «compagno» Dybenko, e gli altri infatuati della legge come voi, vi trovavate allora molto lontano, mentre gli eroi, i capi del movimento rivoluzionario, non miravano a conquistare il potere sul popolo, che con le proprie mani aveva rotto le catene della sua schiavitù; perciò il congresso non fu dichiarato controrivoluzionario, ne quelli che lo indissero, fuori legge.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
Petliura Machnò
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