Tuttavia i bolscevichi non si rendevano conto della situazione di tutta la regione del Donetz. La situazione del fronte e l'entitą delle forze di Denikin erano loro interamente ignote. Non conoscevano neppure i prossimi piani di Denikin, mentre sul Don nel Kuban e nel Caucaso si organizzavano forze ingenti e ben istruite per l'attacco generale alla rivoluzione. I denikiani, incontrata nei primi quattro mesi l'accanita resistenza della regione di Guliai-Pole, non avevano potuto portare molto avanti il loro attacco in nessuna direzione, poichč la regione di Guliai-Pole costituiva una seria minaccia al fianco sinistro del loro movimento verso nord. Nonostante i quattro mesi di feroci tentativi da parte del generale Schkuro, questa minaccia non aveva potuto essere sventata. Perciņ con maggiore energia i denikiniani si prepararono alla seconda campagna, che fu uniziata nel maggio 1919 in modo e misure tanto grandi che neppure i madhnovisti se lo aspettavano. I bolscevichi non sapevano tutto questo, o piuttosto non volevano saperlo, tutti occupati dall'idea di lottare contro il machnovismo.
Cosģ il pericolo si avvicinava alla libera regione, come a tutta la rivoluzione ucraina, da due lati. Allora il consiglio militare rivoluzionario di Guliai-Pole, esaminata la situazione, decise di indire un congresso straordinario dei contadini degli operai degli insorti e dei combattenti dell'armata rossa, delle province di Ekaterinoslav Charkov, Cherson, della Tauride e del Donetz. Il congresso doveva esaminare la situazione creatasi nel paese, per l'avvicinarsi del pericolo mortale costituito dalla controrivoluzione denikiniana e per l'impotenza dell'autoritą sovietica a prendere qualsiasi misura atta ad allontanare tale pericolo; doveva definire i compiti e i modi pratici che i lavoratori avrebbero dovuto adottare in relazione a tale circostanza.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
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