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      In quale grado questo fronte fosse rimasto rivoluzionario anche negli ultimi tempi, lo dimostra il telegramma di L. Kamenev da noi trascritto, mandato a Guliai-Pole al momento della rivolta di Grigoriev. In quel telegramma Kamenev, plenipotenziario straordinario di Mosca, chiede a Machnò di indicargli la posizione dei reparti degli insorti sul fronte di Denikin. È chiaro che si rivolgeva a Machnò soltanto perchè a Charkov, dove si trovava in quel tempo, non poteva ottenere quelle informazioni indispensabili neppure dal commissario militare o dal comandante del fronte. È quindi evidente che Trotzki, giunto in Ucraina quando questa era già in varie parti occupata da focolari controrivoluzionari, doveva avere un'idea ancora più incompleta della situazione militare sul fronte contro Denikin. Ma Trotzki, che aveva bisogno di una giustificazione formale alla sua aggressione criminosa contro il popolo rivoluzionario, dichiarò con cinismo e impudenza mostruosi che il congresso dei contadini degli operai e degli insorti, indetto per il 15 giugno, era tutto rivolto contro l'organizzazione del fronte meridionale. Ne risultava questo: i contadini e gli insorti fanno ogni sforzo per rinsaldare il fronte sud, invitano tutti gli uomini atti alle armi ad accorrere volontari contro Denikin (cfr. le deliberazioni del secondo congresso regionale del 12 febbraio 1919 sulla mobilitazione volontaria proporzionale di dieci classi) e nel contempo questi stessi contadini e insorti organizzano segretamente una congiura contro il loro fronte.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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