Dopo avere discusso la questione sotto tutti gli aspetti, fu deciso di proporre ai petliuristi una forma di neutralità militare. Contemporaneamente da Uman giunse al campo di Machnò una delegazione di petliuristi per esporre il pensiero del loro comando: i petliuristi, trovandosi in guerra con Denikin, non desideravano aprire un altro fronte: volevano evitare uno scontro militare con i machnovisti. Questo assecondava i piani machnovisti. Una loro delegazione, portatasi a Zhmerinka, elaborò un accordo definitivo secondo il quale ambedue le parti si impegnavano a conservare una stretta neutralità militare, al di fuori degli indirizzi politici di ciascuna delle parti. I petliuristi si impegnavano inoltre ad accogliere e alloggiare negli ospedali tutti i machnovisti feriti.
Naturalmente Machnò e gli altri del suo esercito vedevano che questa neutralità era una finzione; che dall'oggi al domani poteva aspettarsi una alleanza dei petliuristi con i denikiniani e un attacco comune contro i machnovisti. Ma era importante guadagnare una o due settimane, per evitare un colpo dalla parte occidentale, mentre i denikiniani urgevano da oriente. In realtà i rapporti fra i machnovisti e i petliuristi rimasero tali e quali erano stati nel passato.
Pur usando modi camerateschi con la massa dei gregari di Petliura, i machnovisti continuarono a condurre contro le autorità petliuriste la solita agitazione rivoluzionaria; anzi proprio in quel tempo il consiglio militare rivoluzionario dell'esercito machnovista publicò un manifestino dal titolo «Chi è questo Petliura?
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
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