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      », in cui accusava Petliura di essere un difensore delle classi possidenti, degno quindi di morte per mano dei lavoratori. Molti dei cosacchi Zaporozhny di Petliura erano machnovisti di spirito e di tradizione: se i machnovisti allora non fossero stati tanto stretti dai reggimenti di Denikin, indubbiamente ne avrebbero fatto passare una buona parte nelle loro file. I machnovisti ci pensavano, ma il comando petliurista lo sospettava e, istruito dall'esperienza di Grigoriev, era molto prudente nei rapporti con i machnovisti.
      I sospetti machnovisti che i petliuristi si alleassero con i denikiniani per una azione comune contro Machnò, cominciarono presto a confermarsi. Secondo l'accordo con i petliuristi, l'esercito machnovista poteva occupare un territorio di dieci verste quadrate intorno al villaggio di Tekuce, presso Uman. A nord e a occidente c'erano petliuristi; ad oriente e a sud, dalla parte di Golta, i denikiniani. Questa clausola dell'accordo, proposta dai petliuristi, non era stata causa di sospetto. Ma dopo alcuni giorni giunsero nuove informazioni: erano in corso accordi tra petliuristi e denikiniani, allo scopo di circondare e distruggere Machnò con forze comuni. Contemporaneamente, il 24 o 25 settembre, a tergo dei machnovisti, da occidente, comparvero quattro o cinque reggimenti denikiniani. Queste truppe avevano potuto arrivarvi soltanto attraverso luoghi occupati dai petliuristi, vale a dire con la loro diretta assistenza o almeno con la loro tolleranza.
      La sera del 25 settembre i machnovisti erano circondati interamente da reggimenti denikiniani di cui, per di più, i reparti più forti stavano a oriente.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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