Lo stesso significato aveva la deliberazione di questo congresso. Il mantenimento dell'esercito doveva basarsi sui contributi volontari dei contadini, sul bottino di guerra e sulle requisizioni alla classe ricca. Per quanto riguarda la organizzazione della vita interna il congresso rilevņ ancora una volta l'idea comune a tutti: doversi lasciare i lavoratori liberi nei loro paesi e senza alcuna autoritą, perchč organizzassero la vita con le proprie forze, luogo per luogo.
Prima di partire i contadini riespressero con forza la necessitą e l'importanza di tradurre in atto le deliberazioni dell'assemblea; le deliberazioni, portate via dai delegati, furono diffuse nei villaggi e nelle campagne. Indubbiamente nello spazio di tre o quattro settimane si sarebbero dovuti vedere nelle varie localitą i primi risultati, concreti, mentre il congresso seguente avrebbe dovuto attrarre maggiore massa di lavoratori. Ma la loro libertą era eternamente minacciata dal suo peggiore nemico, la autoritą. I delegati non avevano fatto in tempo a tornare a casa, che molti paesi erano gią stati occupati dai denikiniani scesi numerosi dal fronte settentrionale. In realtą tale occupazione fu di breve durata, quasi una delle ultime convulsioni del nemico, ma capitņ proprio nel momento pił facile, a impedire il lavoro creativo dei contadini. Frattanto dal nord si avvicinava un'altra autoritą, il bolscevismo, ugualmente implacabile alla libertą delle masse, cosģ che l'occupazione denikiniana fu di immenso danno alle opere dei lavoratori: dopo il primo congresso, non solo non si riuscģ a convocarne altri, ma non si potč neppure realizzare quanto il primo aveva deliberato.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
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