Pagina (186/356)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tuttavia i bolscevichi potevano contare su una libertà di organizzazione e di stampa in grado minore che gli altri. In primo luogo poichè avevano oppresso le libertà d'organizzazione e di stampa dei lavoratori; in secondo luogo poichè le loro organizzazioni locali avevano preso parte attiva all'aggressione criminale su Guliai-Pole nel giugno 1919 e dovevano quindi sopportarne la responsabilità. Tuttavia per non gettare alcuna ombra sugli immortali principi della libertà di parola e di associazione, i bolscevichi non furono toccati; come ogni altra corrente politica, poterono godere di tutti i diritti portati dalla bandiera della rivoluzione proletaria.
      Dove i machnovisti frenarono i bolscevichi i socialisti rivoluzionari di sinistra e gli altri fautori dello stato, fu nella organizzazione dei comitati rivoluzionari autoritari. Ad Aleksandrovsk e a Ekaterinoslav, prese dai machnovisti, i bolscevichi crearono immediatamente i comitati rivoluzionari, cercando di imporre con quelli la loro autorità sulla popolazione. Ad Aleksandrovsk i membri del comitato rivoluzionario vennero a Machnò con la proposta di dividere le sfere d'influenza in città proposero cioè ch'egli si tenesse nel campo d'azione militare e lasciasse loro piena libertà nel campo politico-civile. Machnò consigliò loro di andare a occuparsi di un lavoro più onorevole e minacciò di giustiziare tutto il comitato rivoluzionario, se avesse manifestato ancora l'intenzione di adottare misure autoritarie nei confronti dei lavoratori.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




Guliai-Pole Aleksandrovsk Ekaterinoslav Aleksandrovsk Machnò Machnò