Inoltre l'ottimismo di alcuni machnovisti giungeva al punto da far loro ritenere impossibile che il partito comunista, di fronte alla generale simpatia delle masse verso il machnovismo, avrebbe tentato una nuova congiura contro la libertą del popolo.
Quindi l'attivitą militare rivoluzionaria dei machnovisti si accordņ con tali opinioni. Si limitarono a occupare una parte della regione del Dnepr e del Donetz; non cercarono di avanzare e di rinforzarsi a nord, stimarono che l'incontro con l'armata rossa, quando questa fosse arrivata, avrebbe mostrato sul luogo la tattica necessaria nei rapporti reciproci.
D'altro canto una parte dei lavoratori era dell'opinione che non occorresse lasciarsi trascinare dall'aspetto militare del problema, anche se era un aspetto rivoluzionario; ma che bisognasse volgere grande attenzione alla massa operaia e contadina per spingerla sulla via delle realizzazioni rivoluzionarie. Congressi di contadini e di operai, di distretto di regione di zona, ecco i compiti pratici e urgenti che il momento imponeva.
Occorreva quindi cominciare ad aiutare la rivoluzione, per trarla fuori dalla strettoia in cui la avevano portata i bolscevichi.
L'ottimismo dei machnovisti, come le loro considerazioni sulla necessitą immediata di un lavoro positivo nella regione, erano sani, ma non collimavano esattamente con la situazione dell'Ucraina in quel momento, quindi non potevano dare risultati positivi.
Innanzi tutto il bolscevismo. Mai e a nessuna condizione il bolscevismo, data la sua natura, avrebbe permesso l'esistenza libera e aperta di un movimento popolare cosģ profondo come il machnovismo.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
Dnepr Donetz Ucraina
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