La risposta si riduceva a questo (non avendo a disposizione il testo esatto, ci limitiamo a riportarne le linee fondamentali): l'armata degli insorti machnovisti aveva mostrato pił di ogni altra il proprio spirito rivoluzionario; sarebbe sempre rimasta al suo posto d'avanguardia nella rivoluzione ucraina; non sarebbe mai partita per il fronte polacco il cui significato le era ignoto. Inoltre la partenza per il fronte era materialmente impossibile poichč il 50% dei combattenti, tutto lo stato maggiore e il comandante stesso erano affetti dal tifo. Il consiglio militare rivoluzionario degli insorti machnovisti trovava fuori luogo l'ordine della 14a armata e lo considerava provocatorio.
Questa risposta fu accompagnata da un proclama dei machnovisti ai combattenti dell'armata rossa, che li invitava a non assoggettarsi alle provocazioni dei loro comandi. Quindi i machnovisti abbandonarono le localitą che occupavano e si diressero verso Guliai-Pole. Il movimento ebbe luogo senza ostacoli e senza incidenti. I combattenti dell'armata rossa non desideravano scontrarsi con i machnovisti in ritirata. Soltanto piccoli gruppi o singoli individui restati indietro dalla colonna in movimento, furono a volte trattenuti dai bolscevichi.
A metą gennaio 1920 Machnņ e il suo esercito furono di nuovo dichiarati fuori legge dal comitato rivoluzionario panucraino, essendosi rifiutati di partire per il fronte polacco. Da quel momento fra machnovisti e autoritą comuniste la lotta fu accanitissima. Ma noi non ci fermeremo su tutte le vicende di quella lotta, che durņ 9 mesi; faremo osservare soltanto che assunse un modo implacabile dall'una e dall'altra parte.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
Guliai-Pole Machnņ
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