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      Quest'ordine aveva lo scopo di permettermi di andare con il reggimento speciale in una zona tranquilla, sino a quando fossi guarito e potessi rimettermi in sella. Firmai l'ordine e autorizzai Zabudko a scegliersi un reparto leggero, adatto al combattimento, e ad agire indipendentemente in quella zona, pur senza perdere contatti con me. All'alba del 16 marzo le varie unitą erano gią partite sulle loro direzioni, all'infuori del reggimento speciale che restava presso di me. A questo punto fui attaccato dalla nona divisione di cavalleria che ci inseguģ per 180 verste, durante 13 ore. Nel villaggio di Sloboda, sul litorale del mar d'Azov, cambiammo i cavalli e per 5 ore restammo fermi per mangiare e dar da mangiare ai cavalli...
      All'alba del 17 marzo partimmo verso Novospasovko; dopo 17 verste ci imbattemmo in nuove unitą di cavalleria bolscevica, che avevano inseguito Kurilenko e ne avevano perse le tracce, e che quindi ci attaccarono. Dopo averci inseguiti per 25 verste, (avendo bisogno di riposo, quel giorno non potevamo combattere) cominciarono a stringerci pił da vicino.
      Che fare? Non potevo mettermi in sella, sul carro non riuscivo a star seduto, stavo sdraiato e vedevo che dietro di noi, a 80-100 metri, aveva luogo una carneficina indescrivibile. I nostri uomini morivano solo per me, solo per non volermi abbandonare. Ma era evidente che la rovina incombeva su di loro e su di me. Il nemico ci era superiore di 5 o 6 volte, i suoi uomini erano freschi arditi audaci nell'attacco.


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Storia del movimento machnovista
di Pėtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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