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      Perciņ io pregai Zinkovski di mettermi in sella. In un attimo, sguainate le sciabole, ci gettammo al grido di urrą contro le posizioni tenute dal distaccamento mitraglieri della 7a divisione. Ci impadronimmo di 13 «Maxim» e di 3 «Lewis», e proseguimmo. In questa tutta la divisione di cavalleria uscģ dal villaggio di Nikolaevka e dalle fattorie vicine e, ripreso animo, passņ al contrattacco. Cosģ fummo in mezzo alla mischia, senza tuttavia perdere coraggio. Battuto il 38° reggimento della 7a divisione di cavalleria e respintolo dalla nostra direzione di marcia, proseguimmo per 110 verste difendendoci dai continui attacchi di quella divisione, alla quale in fine riuscimmo a sfuggire dopo aver perso 17 dei nostri migliori compagni.
      Il 22 agosto nuove noie per causa mia; un proiettile mi colpģ, sotto la nuca da destra e mi uscģ dalla guancia. Fui di nuovo costretto a star sdraiato su di un carro. Ma questo affrettņ la nostra marcia. Il 26 dovemmo ancora combattere con i rossi, e qui morirono i nostri migliori compagni e combattenti: Petrenko-Platonov e Ivaniuk. Cambiai direzione di marcia e il 28 agosto 1921 passai il Nistro. Ero all'estero...».
      La terza aggressione dei bolscevichi contro il machnovismo fu contemporaneamente un assalto alla campagna ucraina. Volevano battere l'esercito machnovista e insieme stringere sotto la loro autoritą tutta la massa contadina scontenta, per toglierle ogni possibilitą di intraprendere qualsiasi moto rivoluzionario e partigiano. L'armata rossa, numerosissima, libera dopo la disfatta di Vranghel, rendeva facile tale azione.


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Storia del movimento machnovista
di Pėtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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