Dal 1920 presero a chiamarlo comunemente «il piccoletto», nome che gli veniva dalla sua bassa statura e che fu trovato da uno degli insorti.84
In Machnò sono chiari i segni della personalità: intelligenza, forza di volontà, audacia, energia, attività. Nell'insieme queste doti formavano la grande figura di Machnò e la facevano spiccare anche nell'ambiente rivoluzionario.
Tuttavia mancavano a Machnò una sufficiente preparazione teorica, e sufficienti cognizioni storico-politiche. Quindi spesso non arrivava ad ampie costruzioni rivoluzionarie, non riusciva a generalizzare i problemi, non li vedeva neppure.
La vasta corrente del movimento insurrezionale rivoluzionario aveva bisogno di formule sociali e rivoluzionarie sue proprie. Machnò, per mancanza di cognizioni teoriche era incapace di esprimerle, e così, per la posizione che egli occupava, questo difetto si rifletteva in tutto il movimento.
Noi siamo del parere che, se Machnò avesse posseduto maggiori cognizioni nei problemi storici e politico-sociali, il movimento insurrezionale rivoluzionario, in luogo di certe sconfitte, avrebbe riportato una serie di eccellenti vittorie, che avrebbero avuto un peso enorme, forse decisivo, sul destino di tutta la rivoluzione russa.
Nella persona di Machnò c'era inoltre un particolare che minava le sue qualità migliori: era una forma di abulia, di noncuranza, che di tempo in tempo riappariva. A volte dinanzi alle situazioni più gravi e più serie, quest'uomo, così pieno di energia e di tenacia, mostrava improvvisamente i segni di una indolenza affatto intempestiva e non riusciva a porsi in istretto integrale rapporto con il compito che la situazione generale del movimento richiedeva.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
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