Negli anni dal 1904 al 1907 avevamo i programmi pratici dei senza autoritą88 e di quelli della bandiera nera89 che come metodi di lotta anarchica predicavano le espropriazioni parziali e il terrore senza motivo. Č facile comprendere che questi programmi, espressioni della natura particolare di determinati individui, poterono presentarsi ed essere proposti nell'ambiente anarchico soltanto perchč debole e poco sviluppato vi era il senso di responsabilitą dinanzi al popolo e alla sua rivoluzione. Negli ultimi tempi, poi, vi č stata tutta una serie di teorie; ora malate di simpatia per l'autoritą dello stato o agitate da volontą di dominio sulle masse, ora aliene da qualsiasi principio di organizzazione e predicanti la assoluta libertą dell'individuo, ora declamanti compiti «universali», mentre in realtą facevano di tutto per sfuggire agli impegni gravi del momento.
Da decenni gli anarchici russi sono affetti da una specie di febbre gialla: la disorganizzazione. Essa ha roso in loro il senso del pensare concreto e in questo momento rivoluzionario ha prodotto l'inerzia, di cui sono responsabili di fronte alla storia. La disorganizzazione č sorella dell'irresponsabilitą e ambedue conducono all'imbastardimento dell'idea e alla vacuitą della pratica.
Ecco perchč, quando il movimento di massa costituito dal machnovismo balzņ su dalle profonde radici del popolo, gli anarchici si trovarono tanto impreparati abulici deboli.
Questo fenomeno, a nostro avviso, č temporaneo e si spiega col fatto che gli anarchici russi non costituiscono un movimento cristallizzato e organizzato.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
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