Questi insorti ebrei furono sotto il mio comando non per mesi ma per anni; essi potrebbero testimoniare sull'attitudine che l'esercito, il suo stato maggiore, io stesso abbiamo avuta di fronte all'antisemitismo e ai pogrom che l'antisemitismo provocò.
Ogni tentativo di organizzare un pogrom o un saccheggio fu sempre soffocato alla radice e i colpevoli fucilati sul posto».100
Il documento contiene molte affermazioni importanti che in parte si trovano anche nel presente libro dove si tratta il problema ebraico, ma era necessario accennare a questa attività del Machnò durante il suo soggiorno a Parigi, poichè la stampa bolscevica in particolare, e quella vicina, avevano insistito con falsi d'ogni genere sul carattere antisemitico delle formazioni volontarie machnoviste e di Machnò stesso e affermato che una delle loro maggiori attività era stata quella di provocare stragi di ebrei.
A più riprese fu costretto a pubblicare chiarificazioni e rettifiche, di cui una importantissima, poichè risponde punto per punto a tutti i suoi detrattori, quella diretta «Aux Juifs de tous les pays».101
L'accanimento con il quale i rappresentanti del governo di Mosca si sono sempre gettati, prima con le armi, poi con la calunnia e il tradimento, contro questo avversario, spiega molto bene quale pericolo egli rappresentasse per loro. Ma la verità riesce sempre ad affermarsi sopra le passioni e gli odii. Infatti l'eminente storico russo, M. Cerikover, che oltre a essere uno storico è un uomo sincero e onesto, ebreo egli stesso, il quale si è occupato lungamente e in particolare dei pogrom antiebraici nel suo paese, afferma «di non avere mai trovato una prova materiale di un pogrom compiuto dall'esercito machnovista».
| |
Versione con traduzione di Virgilio Galassi
Machnò Parigi Machnò Juifs Mosca Cerikover
|