Indubbiamente Machnò come tutti quelli che hanno agito molto, avrà commesso degli errori, ma pare abbia avuto sempre la forza di raddrizzarsi e di correggerli; perciò, tanto Machnò quanto il movimento rivoluzionario che ha preso il suo nome rimangono nella rivoluzione russa - che veramente ha aperto un nuovo periodo nella storia del mondo - a testimoniare la potenza delle aspirazioni e degli sforzi del «popolo», quando insorge per la conquista di un maggiore benessere economico e sociale e lotta per la libertà, chè dove questa manca, nulla è possibile. Lo si vede del resto chiaramente in Russia, dove nonostante gli sforzi giganteschi per creare una situazione di benessere, questo benessere non si può raggiungere appunto per la sistematica soffocazione della libertà, per lo stroncamento delle iniziative di libera emulazione, perchè la libera iniziativa delle masse è stata troncata.
Scriveva, ormai è passato un quarto di secolo, Machnò:
«Nel paese stesso dove i boia bianchi e quelli rossi, nell'interesse dei loro partiti, hanno decapitato la grande rivoluzione russa - la liberatrice dei lavoratori - e sviano attualmente le masse dal loro vero scopo, là si è perduta la fede in essa, nella forza creatrice dell'azione spontanea delle masse per l'organizzazione della nuova società. E ciò si è prodotto nel paese stesso dove è scoppiata questa grande rivoluzione, dove essa ha finito prematuramente (ben prima di aver raggiunto il suo completo sviluppo), nonostante l'entusiasmo di cui, Lenin e consorti a parte, le masse lavoratrici erano animate.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
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