Una profonda cicatrice sfigurava la sua guancia destra e una ferita alla gamba lo faceva zoppicare sensibilmente: erano forse queste le caratteristiche che qualche volta attiravano gli sguardi dei passanti, e forse anche quel suo viso un poco mongolo.
Tenace, non lasciava a metą nessuna iniziativa che ritenesse buona, a costo di morirvi; e sulla redazione delle «memorie» trovņ la morte. Aveva una cultura presa pił nella vita che nei libri, poichč solo in carcere aveva avuto il tempo di leggere, ma era oratore facile ed efficace, che sapeva scuotere e convincere le masse. Al contrario degli slavi, che imparano le altre lingue con facilitą, dopo lunghi anni di permanenza in Francia, parlava sempre stentatamente il francese, e non conosceva altra lingua che la russa. Arrivato in Francia, aveva detto: mi metterņ a studiare tenacemente, ma l'esistenza gli fu subito particolarmente dura e non seppe procurargli che stenti d'ogni genere. Una preoccupazione importante era quella di non cadere nei tranelli che gli avversari potevano e si sapeva volevano tendergli, per metterlo fuori dalla lotta. Ricordo che una mattina mi raccontņ di avere visto, nella notte insonne, (abitava un abbaino) alcune ombre passare davanti alla sua finestra e che allarmato, quando riuscģ a montare sul tetto, vide due ombre scomparire nell'oscuritą. Chi fossero, non seppe mai, ma d'allora usņ maggiori precauzioni e mutņ casa.
Prima nei ritagli di tempo, poi dedicando tutte le ore che la malattia gli concedeva, si diede a sviluppare le note e i documenti che era riuscito a portare con sč o a procurarsi, e che dovevano formare la base della sua opera sulla rivoluzione russa.
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Versione con traduzione di Virgilio Galassi
Francia Francia
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