Ma, a somiglianza delle statue, l'uomo dell'antico Lazio non si dissotterra senza fatiche.
D'averle sapute durare con perseveranza, credo potermene vantare; e per mostrare se è vero, a guisa d'introduzione a questi miei ricordi, penso d'impiegar quattro parole per dar idea del come gli ho raccolti: che non intendo mica inventare e far romanzetti; intendo dire quel che ho veduto o udito sui luoghi, e perciò non bisogna aspettarsi novelle complete, ben aggiustate colla loro esposizione, coll'intreccio, e la peripezia, e la crisi, e la conclusione - no. Il mio progetto è dare i fatti come me li diede la natura; spesso inconclusi, senza capo né coda, ma perciò appunto colla loro impronta di verità, e piú fedele ritratto di quelle sconosciute fattezze che è mio disegno mostrare.
Tanti e tanti - forestieri in ispecie - hanno creduto studiare il nostro popolo, il vero tipo italiano, passando una mezz'ora in qualche osteria di Roma o di Napoli, scorrendo per le campagne, e facendo una colazione o una merenda in casa d'un contadino, o nella capanna d'un pecoraio; arrivando a cavallo, vestiti da signori, colla catena d'oriolo, l'occhialino, e i guanti paglia - ricevendo dell'eccellenza, e dando del buona gente Sí! aspetta che la buona gente si levi la maschera quando parla con questi tipi!
Bisogna fare come ho fatto io, per vederla com'è.
E sa, signor lettore o signora lettrice, come ha fatto il suo umile servo? Dia retta, e glielo dico subito.
Avevo dai venti ai venticinque anni, buona fibra, pochi pensieri, e meno quattrini. Nessuno sapeva che fossi al mondo, e io volevo farlo sapere. - Diventerò pittore, - dissi, - e farò parlar di me. - Detto, fatto. Dal maggio all'ottobre per una diecina d'anni - mica un giorno - corsi paese.
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