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      Bel tema per uno scritto da leggersi in cammino di ferro o facendo il chilo, e che si è modestamente impegnato ad essere divertente!
      - Le genre moral... ça ne se vend pas! - mi diceva un celebre scrittore - ed io che non penso che a far associati! Scemo!
      Basta! tutti possono sbagliare: ma non ci casco piú, e torno in fretta e in furia agli ospiti di casa Tozzi.
      Vediamo a chi tocca. Poveri noi! Quanto a divertire, può far la pariglia colla predica dell'orgoglio e della vanità.
      Ho l'onore di presentarle il signor Raimondo N. N. (fossi matto a dire il nome!) con sua moglie, due figlie nubili, due maschietti, uno di sei, l'altro d'otto anni.
      Il padre verso i cinquanta, statura media, tinta olivastra, spalle strette, viso magro, capelli e favoris colla brina e tenuti corti, denti lunghi e apparenti, grazie ad un frequente e poco dolce sorriso. Segni particolari: cogli occhi non ride mai.
      Non è necessario occuparci della famiglia. Basti indicare che era delle solite che si vedono riprodotte con un po' di monotonia, bisogna dirlo, da quell'artista pur cosí fecondo - la natura - in tutte le diligenze o secondi posti di via ferrata, in tutte le chiese parrocchiali alla spiegazione del Vangelo la domenica, in tutti i palchi terz'ordine, ecc., ecc. Mamma linfatico-sanguigna, figlie sanguigno-biliose, causa il padre, figli temperamento birichino, ecc., ecc.; tutti però vivendo in buonissima armonia, e pieni d'un'illimitata fiducia nel signor Raimondo, che era, mi scordavo di dirlo, commissario di polizia!
      La sera che il signor Carluccio Mariani (unico vetturino dell'unica carrozza che trasportasse giornalmente cinque persone dentro e due in serpa, che son sette, da Roma a Marino - Carluccio, fratello del caffettiere in piazza, e zio del canonico, l'avrà inteso nominare), la sera dunque che mediante questo veicolo smontò il signor Raimondo e sua famiglia, al pian terreno del sor Checco, don Filippo era in camera al secondo piano, e siccome io non ero tornato ancora, faceva versi.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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