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      Di novelle secondo le regole se n'è prodotto oramai da trent'anni in qua un tale profluvio, vi sono già tanti racconti, romanzi, scene di tutte le vite possibili, che il sacco, per quanto l'immaginazione de' scrittori fosse feconda, si può dire vuotato.
      A volere essere letti piú o meno ci ha sempre ad entrare l'amore. Gira rigira, la combinazione è la medesima - soprano, tenore e basso; l'innamorata, l'amante ed il tiranno - e per quanto si mutino accessori, la sostanza rimane sempre la stessa.
      Cosí essendo, è probabile che la verità piana piana diventi quasi una novità.
      Ma non bisogna illudersi: la verità nuda offre spesso forme poco seducenti, e per non cedere alla tentazione d'ornarla un tantino, ci vuol una gran virtú in uno scrittore.
      Questa virtú io l'ho... Lei ride, e dice che mi vanto! Prima di tutto s'informi, e sentirà che ora s'usa. Poi, non mi vanto; dico che l'ho perché è vero, e promisi di non dire se non cose vere... Del resto, eccogliene la prova; e la trovi cattiva se le riesce. Dica un po'!
      Al punto al quale eravamo giunti alla fine del capitolo III, con quella magnifica disposizione degli attori: la vittima, il tiranno, l'amico, il padron di casa, coro di donne, coro di giandarmi, notte, paese facinoroso, gran bosco in vicinanza, non c'era forse elementi per un colpo di scena, con finale da far morire d'invidia tutti i capicomici dei teatri diurni?
      Non si poteva venire alla catastrofe con una bella difesa di don Filippo contro i giandarmi, nella quale mi sarei potuto riservare una particella interessante, e moltiplicar incidenti servendosi del signor Raimondo e famiglia? e terminare colla cattura del duca, la prigione, l'esilio, ecc., ecc.?
      Oppure, non si poteva far comparire nel meglio una banda di congiurati che sbucano dalla Faiola, investono la casa, combattono i giandarmi, liberano don Filippo, catturano il commissario e famiglia, s'imboscano; e poi incontro di briganti, ovvero discussioni politiche alla frasca, parlata del duca al vile satellite del tiranno, e finire coll'innocenza premiata e il traditore punito; oppure ancora - di queste novità basta volerne - introdurre Marino in armi, sedizione, incendio di casa Tozzi, ecc.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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