Onde... per ora non dico altro, e torno al mio studio.
Quando finalmente, come Dio vuole, tutto è ammannito e all'ordine, lei dirà: ora non c'è piú guai, ed il signor artista si mette a lavorare in santa pace al fresco, sotto il suo ombrello, quanto gli piace.
Ci ha proprio indovinato! Ora viene il meglio, invece. Cominciamo, articolo fresco; se sentisse che fresco di cantina tira da quelle parti dalle 7 in poi! Non c'è ombrello che tenga. Fra il caldo e la posizione sempre un po' forzata si va a rigagnoli, per quanto si sia leggero di panni; e se nulla nulla s'è poi a ridosso di qualche scogliera, par proprio di star in forno.
Mi ricordo un giorno, appunto in questa situazione, dovetti ridurre la mia toilette a somiglianza di quella che certi scultori vorrebbero attribuire ai grandi uomini - od anche non grandi - d'oggidí, quando hanno a far loro la statua: che invece di vestirli co' panni che usavano portare in pubblico, li rappresentano come se uscisser dal letto: in clamide all'antica; che in buon volgare, tutti sanno che vestiario sia. In questa toilette, che del resto è quella del Marc'Aurelio di bronzo sulla piazza di Campidoglio, lavoravo, assistito da un contadinello che mediante una frasca mi cacciava le mosche, come si fa ai cavalli che si ferrano.
E poi, le abitudini degli stessi contadini mostrano che clima sia codesto. Da noi, come ognuno sa, chi lavora a giornata comincia all'alba, e, meno l'ora de' pasti, seguita fino a notte. Là, invece, verso mezzanotte l'opre, che è il loro nome proprio, s'avviano al lavoro, tanto piú per le fatiche grosse del vangare, ecc., e seguitano fino alle 8 o alle 9 della mattina. Dopo quest'ora non trovate piú un villano in campagna.
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Dio Marc'Aurelio Campidoglio
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