Intanto i viaggiatori smontano, l'impiegato che ha la famiglia a villeggiare, la balia che ha trovato un buon baliatico, il prete che era andato in Dateria per una dispensa, ognuno si stira, stende le gambe, ritrova i suoi fagotti, s'avvia pe' fatti suoi; ed anche quest'importante incidente della vita di paesetto, l'arrivo della carrozza pubblica, ha ravvivata l'ora cosí simpatica dell'imbrunire.
In ogni parte è bella quest'ora, ma nei climi meridionali è un vero incanto: è un risorgere alla vita dell'intera natura, un rinnovarsi di tutte le sue bellezze, de' suoi colori, delle sue fragranze: dalle alture sulle quali siede Marino, l'occhio scorre sull'antico Lazio, sino ai monti de' Sabini, di Viterbo ed al mar Tirreno; e quando l'ombre della sera gettano i loro misteri su quella vasta regione, quando soltanto rimane all'orizzonte un'ultima striscia arancia infuocata, che sfumandosi pe' campi dell'aria, si perde nel bruno azzurro e trasparente ove già scintillano le prime stelle; quando si uniscono l'umido soffio della notte, il fresco della rugiada, il muggito degli armenti, il suono dell'avemmaria debole e lontano, e persino quel fioco eppure cosí gentil canto del grillo, e tuttociò dopo una giornata ardente di fatica e sudori, creda, caro lettore, che è un insieme di tali felicità per chi ha notizia del bello, e un po' di vita nel cuore, da lasciar mille miglia addietro tutti i balli, i teatri, le feste, tutti i gusti artefatti, in una parola, di questo mondo... compreso quello di fare il ministro.
Ma all'istesso modo che nel piú bel cielo può sorgere un temporale, il piú bell'idillio - a Marino specialmente - è esposto a finire in elegia.
Mentre stiamo spensierati facendo ciarle sull'uscio di qualche casa d'amici, fra le donne, i giovani che ridono, i bambini che ballano al suon del tamburello, mentre si gode in pace di tutte le felicità che ho accennate, s'ode lontano levarsi il rumore.
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