Vera natura da morire, secondo le epoche, nella botte di Regolo, ovvero nel Circo, sbranato da' leoni, confessando la fede di Cristo. Non piegò mai in vita sua a fronte del dovere, e di questo fu martire secondo lo comportarono casi ed i tempi.
La coesistenza in lui di due sensi, che quasi sempre si combattono e soventi volte s'escludono a vicenda, il dovere e l'affetto, fecero della sua vita una lotta incessante In continuo sospetto del proprio cuore, sempre all'erta per tenerlo in freno onde non lo conducesse ad atti di debolezza, gli avveniva talvolta gettarsi dal lato opposto e parere burbero e rigido. In famiglia noi giovani n'avevamo una soggezione incredibile, ed il timore pur troppo, non lascia limpido il giudizio. Fra i miei rammarichi piú acuti vi è quello d'averlo conosciuto e apprezzato quanto lo meritava soltanto ora, quando non è piú d questo mondo.
Quanto bene non si perde per siffatti errori, e quanto importa evitarne ogni occasione!
Egli nacque il 10 febbraio 1763. All'età di undici anni suo padre lo presentò al magistrato detto allora Uffizio del soldo, il quale regolava quel brutto arruolamento volontario che ha reso celebre il tipo del cosí detto recruteur, e che, la Dio grazia (quantunque Inglesi ed Americani la pensino altrimenti), venne abolito colla coscrizione.
Malgrado i privilegi della nobiltà, era in essa tanto spirito militare, per essere l'armi e l'esercito la base della monarchia, di Savoia, che non s'avea punto a vile l'idea di essere semplice soldato. Tutti per comune sentire concordavano essere nella gerarchia militare, tanto inegualmente graduata, perfettamente allo stesso livello l'onore del semplice soldato e quello del primo generale e dello stesso re.
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