Vi fu una contadina che volle avanzare a Cesare seicento franchi senza esser sicura del rimborso!..."
Eccone un'altra delle anima eletta, della quale giammai saprò neppur il nome, come giammai potrò ringraziarne i figli o i nepoti!
Udii da mio padre piú d'una volta qualche particolare di quella sua vita di mendico: "Un giorno (mi raccontò fra le altre) eravamo condotti in una grossa barca sul Rodano, ov'erano a prora cavalli e muli, e noi con loro. La fame ci costrinse a domandare l'elemosina agli altri passeggeri. Ci buttarono cipolle che caddero nella bruttura di quei muli, e che dopo una sciacquata nel fiume, ci servirono da pranzo." Fortuna per mio padre d'aver avuto tal cuore da sentire che il dover dividere quelle cipolle imbrattate col povero montanaro, non era un'umiliazione, bensí un onore. Qual onore piú alto che il meritare che altri s'offra in sacrificio per noi?
Altre volte veniva avvisato che nel tal luogo, alla tal ora, di notte, si sarebbe in qualche ripostiglio ignorato detta una messa. Per nevi, per ghiacci, fra le tenebre ed i pericoli (ché ad essere scoperti n'andava la vita, grazie alla libertà di coscienza d'allora), egli v'andava, come ne' primi secoli della Chiesa facevano i nuovi cristiani.
Finalmente, dopo la morte di Robespierre, dopo finito il terrore, anche nel terrorista Montbrison, accadde la reazione, poco meno crudele del regime caduto. Mio padre non era piú odiato e respinto generalmente come prima; un regio si poteva tollerare, se non altro perché sotto Robespierre era venuto in deliberazione di scannare i prigioni, onde risparmiare i due soldi attribuiti al loro mantenimento.
Ma i parenti, i figli delle vittime dei Giacobini, presi da una febbre di selvaggia vendetta, cercavano a morte gli antichi carnefici.
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