Essa poteva poco occuparsi di noi, e poco contribuire alla nostra istruzione; ma per fortuna nostra poté una tal madre, allora come sempre, procurarci, sia col precetto, sia coll'esempio, un tesoro piú importante della istruzione: l'educazione del cuore, la buona direzione degli affetti e dei sentimenti.
Essa non meno del marito avea troppo retto giudizio per cadere nell'errore cosí comune ai parenti educatori; di pensare non al meglio dei figliuoli, ma al proprio comodo ed alla propria vanità. Io non subii mai nessuna di quelle domestiche torture alle quali l'amor proprio delle mamme in ispecie, condanna cosí spesso i poveri bambini destinati alla laboriosa carriera d'enfant prodige. Salvo quei pochi versi, d'Ossian per lo piú, che imparavo volentieri in vista del torrone domenicale, non mi ricordo mai d'essere stato costretto a declamare nulla alle visite che venivano a trovare i miei parenti. Di piú, non ebbi mai nessuna di quelle incomode toalette di Highlander, di Zuavo, e simili; non portai mai cappellini di gusto, né stivaletti eleganti. Oltre a ciò, mai da mio padre o mia madre, mi vidi ammirato, né mi sentii dire: quanto sei bellino! quanto sei carino! e però (ora col muso che ho posso dirlo) credo che lo ero; e difatti mi ricordo (tanto i ragazzi badano alle parole piú di quel che pare) che gli estranei mi dicevano cento belle cose e mi mangiavano dai baci e dalle carezze; ed io me ne tenevo.
Ma i miei volevano per prima cosa far di me un uomo, e sapevano che l'educazione deve cominciar colla vita; essere, per dir cosí piccina quando siam piccini, e grande quando siamo grandi; sapevano che i veri germi dell'uomo futuro stanno nelle prime impressioni dell'infanzia; sapevano finalmente che le adulazioni e gli eccitamenti all'orgoglio, alla vanità possono pe' parenti essere un malaccorto sfogo di tenerezza, ma pe' figliuoli divengono una pessima lezione ed un pessimo regalo.
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Ossian Highlander Zuavo
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