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      Montesquieu dice: "Il y a des mauvais exemples qui sont pires que des crimes, et plus d'états ont péri parce qu'on a violé les moeurs que parce qu'on a violé les lois!"(8)
      E senza fare una requisitoria contro le autorità, citerò un fatto solo. Dalla Riforma in qua s'è veduto parecchie volte un principe rinunziare alla propria religione per adottar quella d'un paese che gli offriva la corona a questo patto.
      Che cosa deve dire il pubblico? O credete nella vostra religione, e allora vendete la vostra coscienza per un trono; o non credete in nessuna, e allora siete un ignobile ipocrita che simula pel motivo stesso una fede che non ha! Voi, principe, con ciò insegnate a quanti sono sotto di voi che l'importante è far bene i fatti suoi e che Paris vaut bien une Messe.
      E poi vi lagnate di chi, trovando suo conto a tradirvi, vi tradisce? Vi lagnate di chi fa i fatti suoi come può, ed è anche alle spalle vostre?...
      Istituiamo dunque un ministero di pubblica Educazione, un ministero che si potrà anco intitolare del buon esempio, ed il portafoglio l'assuma il governo intero, l'assumano tutte quelle autorità cui s'inchinano gli uomini e che hanno la pretensione di guidarli. Allora, presto si potrà discorrere della civiltà cristiana. Prima, no.
      Ecco a quali conclusioni mi ha condotto la mia carrozzetta dei Bagni di Lucca!
      Ora torniamo al nostro proposito.
      La mia infanzia passava dunque assai felice e tranquilla in quella bella e simpatica Firenze che perciò sempre m'ha fatto il senso d'essere la mia città nativa piú di Torino.
      Quando mi si cominciò ad insegnare a leggere e scrivere, io non ne volevo sapere in nessun modo. Venni presto mandato a scuola presso gli Scolopi di San Giovannino, in principio di Via Larga: ed il mio primo professore, molto modesto, e perfettamente in armonia coll'alunno, era il portinaio.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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