La storia di questo castello sarebbe curiosa piú di quella di Woodstock, ma non è mio scopo scrivere d'antiquaria, onde passo.
Qui comincia un'epoca nuova nella mia esistenza. Dalla vita di lesina degli emigrati mi trovai trasportato in un ambiente piú largo e piú agiato.
Ebbi una camera competente: un pezzo di terra a mio arbitrio in giardino; venni a poco a poco presentato ai miei parenti d'ogni età e d'ogni sesso, principiando da una vecchia bisnonna, contessa da Camino, che mi colpí con un gran scuffione bianco sul quale, nel mezzo, una rosa di diamanti scintillava come una stella.
Questa signora, passando di Torino Napoleone (credo ritornasse dall'incoronazione di Milano), andò (sponte o spinte) al circolo di corte. L'eroe dell'epoca, come ognun sa, non vedeva il bisogno d'essere amabile, e nessuno certo poteva allora in Europa dargli lezioni d'amabilità. Passando, al suo solito, da una signora all'altra distribuendo bruscamente una frase per testa, giunto alla bisnonna le domandò tronco:
- Combien d'enfants avez-vous?
- Centosette, Sire...
Napoleone diede un passo indietro fissandola con le sue aquiline pupille, e la vecchia Contessa, senza sgomentarsi gli spiegava allora che aveva avute nove figlie. tutte già madri e nonne, e credo alcune bisnonne, tantoché il numero dei viventi venuti da lei era di 107 persone, avendo veduta la sua quinta generazione!
Napoleone (lo seppe madama de Staël) amava si procreasse generosamente, - e ci aveva il suo perché - si rasserenò tutto e le disse:
- C'est bien, madame, je vous en félicite -, e passò oltre.
Mio padre, poco soddisfatto di quel prete lucchese che doveva badare a noi bambini e che ci aveva accompagnati nel nostro viaggio, lo rimandò a Lucca.
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