Toccò a lui una fortuna riservata a pochissimi, quella di non concepire neppur l'ombra d'una possibilità d'ingannarsi in materia religiosa: possedé la certezza assoluta di quel vero che vagheggiava. Il suo vero non era sicuramente né il mio né quello di molti in oggi. Ma... diceva Ponzio Pilato: quid est veritas?
Chi sa rispondere si faccia avanti. E se nessuno sa rispondere completamente, impariamo almeno a rispettare ogni sincera persuasione, come a sagrificarci a quella che ci venne dato ottenere e che la coscienza ci detta.
E in questo, mio fratello potrà servir d'esempio a chicchessia.
Nato in una posizione che lo metteva a portata di tutto, a tutto rinunciò. Io l'ho veduta da vicino la sua vita. Ben posso dire che, salvo quell'intimo e certo grandissimo contento di chi sente d'adempiere ad un gran dovere, non si prese un piacere in vita sua. Camera senza comodi, né cammino, né tappeto, poveramente arredata; uno stramazzo per dormire che si rifaceva da sé; tavola, cibi semplici, vitto conveniente, ma delicatezze no, perdio; e poi ubbidienza di tutti i minuti, poi studio continuo, poi predicare, esercitare il suo ministero, alzarsi ogni notte, estate e inverno, alle tre... Se non si chiama sagrifizio questo, non saprei che nome dargli.
Io certo non son punto gesuita; ho presente tutto il male che hanno fatto certi loro principî e certe loro arti; ma tanto piú mi meraviglio a vederli uno per uno a che razza d'abnegazione si condannano! per riuscir poi a che? o a far del male o a far un buco nell'acqua.
Io neppure appartengo all'altro partito, all'estremo opposto, che per me è il compagno spaccato, il partito demagogico rivoluzionario. Ma, se lo lasci dire, se riesce anch'esso o a far del male o a far un buco nell'acqua, concederà che, individuo per individuo, in fatto d'abnegazione c'è ancora da far qualche passo prima di somigliare a mio fratello gesuita ed ai suoi compagni!
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Ponzio Pilato Camera
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