Certo, ad avere la testa piena di riviste, delle parate, delle manovre di Napoleone, riusciva amaro veder il nostro maggiore, la domenica, quando il reggimento si metteva in rango per andar a messa, imbrogliarsi per fargli aprir le file!(11) Vedere in Piazza d'Armi il colonnello (avendo poca memoria, si scriveva su un foglietto i movimenti ed i comandi, e lo scordava poi sul suo tavolino), vederlo cercarsi per le tasche e poi voltarsi ai vicini e gridare: Padroni, 'l papè? Chi elo ch'a l'a pià 'l papè?(12)
La vergogna del non saper la teoria, quella poi non la volli avere, e non la vollero la maggior parte dei miei compagni. Si studiò con furore sotto l'aiutante maggiore che ci faceva scuola, e non era passato un mese, che ne sapevamo piú del colonnello, del maggiore e di qualche capitano, e prestissimo fui giudicato capace, non solo di condurre, ma d'istruire, tanto a piedi tanto a cavallo il terzo squadrone, al quale appartenevo.
La teoria ed il comando erano i medesimi dell'esercito francese: ma i nostri zucconi di Corte, naturalmente, non erano venuti di Sardegna per subire i capricci dell'usurpatore. Volevano far di piú e meglio. Composero una nuova teoria col comando in italiano e fin qui, va a meraviglia; ma le altre innovazioni o invenzioni bisognava vedere! Ne darò un solo esempio.
La posizione della prima fila nella carica era quella d'oggi che tutti sanno. Ma quello che tutti non sanno, è il movimento che ci era prescritto quando s'arrivava su un quadrato. Ecco il ritrovato che doveva darci la vittoria - precise parole:
Ogni cavaliere, arrivando sulla fanteria, darà col suo squadrone un colpo dal basso in alto, per tentare di svellere la baionetta dal fucile del fante!
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