Pagina (239/890)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      All'ora del nostro ritrovo io ero libero, e v'andai. Aspetta, aspetta; non vidi nessuno. Il mio avversario era legato dal servizio, poi fu subito messo agli arresti e perciò non venne: ripeto per fortuna, perché tra due ragazzi indispettiti, ognun dei quali voleva far l'omo, poteva accadere qualche imbroglio serio.
      Visto che il campo m'era rimasto, quando fu calato il sole tornai al quartiere. L'aiutante maggiore mi disse che m'ero portato bene e che andassi agli arresti. Premessa, come ognun vede, seguita dalla sua logica conseguenza.
      Mio padre seppe la cosa, e mi fu annunziata la sua visita. Qui cominciava l'imbroglio! Io non supponevo che fosse stato informato del fatto; e pensavo: "Se vien qui e mi trova agli arresti, domanderà perché ci sono. Ed io, che cosa gli rispondo?... Qui non c'è altro che ammalarsi!"
      Difatti, quando sentii un legno fermarsi alla mia porta, e vidi che era lui, sotto subito alle lenzuola senza neppur spogliarmi!
      Entrò in camera, ma non aveva niente affatto del burbero: venne accanto al letto, gli dissi che mi doleva non so che; non mi rispose, e dopo un poco se n'andò con mia cognata, che l'aveva accompagnato, e che rideva della mia malattia.
      Se m'ero trovato in cattivi panni per questa visita, ciò nasceva soltanto perché mio padre, quantunque quel buon soldato che ognun sa, e malgrado che anch'egli in gioventú si fosse trovato in incontri simili, evidentemente, date le sue opinioni religiose, non poteva transigere, trattandosi di precetto preciso della Chiesa e di scomunica. Non aver io compiti i sedici anni, e vedermi già alla mia seconda scomunica, dovea pensare che principiavo bene!
      Alcuni giorni dopo ebbi una sua lettera nella quale, con quel cuore e con quella limpida ragione che era sua propria, mi esponeva la questione del duello, e le ragioni religiose e filosofiche che militano contro esso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Chiesa