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      L'uomo è dunque nato per muoversi, per scrutare, per sapere (se può) chi è, che cosa fa, dove va: se l'uomo muore sotto la fatica, egli muore onorato e forse utile agli altri. Dunque non voglio lagnarmi se la natura mia è scrutatrice, come sempre lo sarà.
      Fino d'allora, oltre l'arte e le lettere, mi ponevo cento problemi politici, filosofici, morali, religiosi, tutte cose che mi scaturivano dall'animo, non reminiscenze di letture. Che cosa potevo aver letto, io soldato prima de' sedici anni?
      In politica qualche modificazione l'avevo già subita. Non sentivo piú l'urgente bisogno d'ammazzare un tiranno. Creda che mi calmò la Tirannide d'Alfieri colle sue esagerazioni. Ma sempre piú m'invadeva il desiderio che la mia nazione fosse padrona di sé, come sempre piú sentivo l'oltraggio della nostra umiliazione. Il contegno de' forestieri in Roma, coi Romani d'ogni classe, nelle società, alle feste pubbliche in ispecie, come le cappelle papali, le funzioni della settimana santa; quella loro superba sicurtà nel voler dominare, nel disubbidire e svillaneggiare gli ufficiali, o soldati incaricati di mantenere l'ordine in quelle pompe, mi mettevano in cuore una stizza indicibile. Gli Inglesi erano i piú soverchiatori di tutti; e qualcuno di loro giunse persino a metter le mani addosso per sforzare qualche porta difesa dagli Svizzeri. Ma accadde pur talvolta che questi fanti armati e vestiti come quelli di Giovanni delle Bande Nere, risposero cogli acuti canti delle loro armature, e coi calci delle alabarde, ed io benedivo loro le mani, pregando Iddio li liberasse da quelle del cardinal Consalvi.
      Egli era, come è noto, segretario di stato di Pio VII: e se per un verso avea idee piú illuminate del resto del sacro collegio, voleva dall'altro copiare forme ed accentramento napoleonico negli stretti confini del piccolo stato papale; e questa idea mutando affatto le vecchie tradizioni, le abitudini delle popolazioni, cancellando antichi accordi preziosi pel governo quali documenti d'accettata sovranità, fu, secondo me, pel dominio temporale il vero commencement de la fin.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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