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      E realmente si può ben odiare molte persone in una volta: perché invece non s'hanno da poter amare? Ad egual grado no certamente, ma a grado diverso?... La costanza è nell'essenza d'ogni passione vera, radicata nel nostro cuore: ma quella fedeltà nelle minuzie, non sarebbe per caso da mettersi fra le lambiccature de' letterati?
      Certe lettrici che so io, se potessero avermi a tiro, mi caverebbero gli occhi, Dio sa con che sapore, per questa dottrina rilassata! Il curioso è che, ad onta di tali teorie sulla infedeltà, nella pratica, come dissi, sono stato tutto l'opposto. Ma, ripeto, era piú che altro ripugnanza al mentire.
      Pel motivo medesimo, non ho mai spinto la bugia al punto di far l'amico ad un marito per addormentarne la vigilanza. M'è sempre sembrato, come è in fatti, un brutto ed ignobile atto. Questo è il gran male di codesti amori; il carattere vi prende tristissime pieghe, che rimangono anche a cose finite.
      Siccome l'amore ha il suo principio, cosí ha pur troppo (o per fortuna secondo casi) il suo fine. Questo fine non si raggiunge mai da due che si amino, il giorno e l'ora medesima. Mentre una delle parti dice basta, l'altra direbbe ancora. Una volta sola mi sono trovato a recitare io la parte del basta, ed ho pensato che la piú spiccia era confessarlo, e cosí ho fatto, per economia di bugie, quanto (a dir il vero) per economia di noie, di lamenti e rimproveri sempre inutili; poiché degli uomini si dice che ne son risuscitati, ma non ho mai inteso dire che sia risuscitato un amore, e molto meno in virtú de' piagnistei.
      Se una volta recitai la parte del basta, due altre però recitai quell'altra dolorosa dell'ancora, e fu tale il mio soffrire appunto per non volere scendere alle recriminazioni ed ai lamenti, che c'ebbi a lasciar la pelle:


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Dio