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      Però, mentre Plutarco e tutta la gente di buon senso d'allora, la pensavano cosí, in quell'epoca medesima troviamo che Nerone faceva quel suo celebre viaggio in Grecia per presentarsi quale privato ai concorsi di poesia e musica, ove riportò, come si poteva prevedere, un'ampia mèsse di palme ed una ricca filza di corone.
      Come capirà, trovarmi piuttosto (e servatis servandis) in compagnia di Nerone che con Plutarco, la marchesa d' Crsentin, il generale San Rouman e compagni, non mi lusinga niente affatto l'amor proprio.
      La cosa merita dunque di essere esaminata con piú attenzione. Per non allungarci troppo in distinzioni metafisiche, andiamo per le corte e veniamo al puro pratico.
      Il giorno che uno Stato è minacciato da un esercito straniero, è meglio aver sotto mano un mediocre generale, o Rossini?
      Il giorno che uno Stato stia per fallire, è piú utile un mediocre contabile, o De La Roche?
      Quando uno Stato abbia perduto ogni riputazione per sciocchezze e pazzie, e che bisogni rimetterlo in istima del mondo, è meglio Thorwaldsen od un mediocre politico con un po' di cervello e di esperienza?
      Ed in ultimo vada poi a domandare a Manzoni, se, a voler riordinare la marina, o i tribunali, o l'amministrazione, è meglio sceglier lui o un mediocre capo di divisione invecchiato negli uffizi, e sentirà!
      Dunque per la società un generale, un economista, un amministratore anche mediocri ecc., sono molto piú utili che un pittore, un musico, un poeta di prim'ordine. Per conseguenza chi o per circostanze, o per inclinazione non può farsi esperto in un'arte o scienza piú utile, piuttosto che non far nulla, coltivi la meno utile; e per un'altra conseguenza, nelle famiglie nelle quali, per la condizione, le relazioni, l'agiatezza, gli appoggi, è ridotta di una metà almeno la difficoltà d'avviare i figliuoli per una carriera piú utile, sarà vantaggioso allo Stato che cerchino farne de' buoni contabili, amministratori, soldati, economisti, piuttosto che dei violinisti, de' poeti e de' pittori.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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