Oggidí, per esempio, io stimo ed ammiro molto M. de Lesseps, e preferisco la sua utile, grande e felice impresa, a cento città e cento battaglie vinte. Io stimo molto Napoleone III (oltre la stima, v'è poi la gratitudine), perché strappò l'Italia dalle mani dell'Austria; perché tolse i consumatori francesi dalle unghie dei produttori; i Messicani dalle mani di quattro o cinque mute di ladri, ecc. ecc. Io stimo l'imperatore Alessandro di Russia, non quando fa impiccare e fucilare i poveri Polacchi per serbare il frutto della gran rapina del '73; ma quando libera i servi della Corona, e fa liberare tutti quelli che sin ora gemevano in schiavitú nella Russia. Oggi piú che mai importa d'imparare l'imparzialità ed applicarla a tutti e a tutto.
Per conseguenza vorrei mettere in prima linea un economista, un generale, un amministratore, un educatore, un professore, un maestro, un ingegnere, un autore di libri che lascino il lettore migliore di quel che era e non peggiorato; ed in questa classe possono entrare anche i letterati, i romanzieri ed i poeti.
Finalmente, ed in seconda linea, metterei gli artisti, fra' quali mi presenterò modestamente anch'io per la parte che mi tocca, i suonatori e i cantanti, colla riserva però che se l'arte loro sta e deve stare in seconda linea, essi possono individualmente trasportarsi, purché vogliano, nella prima di tutte, quella dei galantuomini.
Ora, da ciò ne segue, che quando si paga un tenore o una ballerina dieci volte piú che un buon amministratore o un buon generale, non c'è ingiustizia, e questi non hanno diritto di lagnarsi - ricordiamoci quel che rispose la Banti a Caterina II: "Qu'elle fasse chanter ses feldmaréchaux." - La ragione è evidente.
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