Quel ch'è peggio, né un macello né un pizzicagnolo; appena un fornaio, se ben mi ricordo.
Finita la nostra visita, che non durò un pezzo, ci mettemmo in cerca di case, picchiando a tutti gli usci, offrendoci per inquilini, ed essendo mandati a spasso da tre quarti di paese. Ma non c'è un buco, una soffitta, una cantina disponibile in questo.... (spero d'aver detto) caro paese?
Questa domanda ottenne per risposta dai villani esserci una casaccia che ci fu insegnata proprio in bilico sul precipizio, senza porte, o imposte o vetri; disabitata e abbandonata fino dai tempi di repubblica. Era allora stata saccheggiata da que' soldati co' quali l'Italia fece, senza saperlo, trattato di commercio - non però di sua invenzione - in virtú del quale essi importarono i principî dell'89, ed esportarono quanto potettero trovare nelle tasche nostre. Tanto i soldati quanto gli Italiani allora non sospettavano neppure quali dovessero essere gli effetti finali de' fatti che accadevano: ma allora, come sempre, gli uomini credevano di mutar loro il mondo, e invece lo mutava Iddio.
Siccome non c'era da scegliere, e via non si voleva andare, s'accettò la casa saccheggiata: si cercò del padrone, e s'ebbe per pochi paoli l'investitura dello stabile, che si poté ricevere senza l'importante funzione della consegna delle chiavi, per la ragione che se l'eran portate via i Francesi nel '98.
Armati dunque d'un coraggio da leoni, s'andò al possesso, e spinta una portaccia cadente, dopo un androncino pieno di ragnateli si riuscí in un cortiletto ridotto a prato, o a macchia d'ortiche e di pruni, colle mura verdi pel vellutello e la muffa. Qui si lasciò il somaro nel suo elemento, e piú felice di noi. Poi su a perlustrare gli appartamenti.
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