Lacca rossa, o cinabro puro!!! I giovani che non le hanno vedute, non mi crederanno, ma le ho ben vedute io, e non avevo le traveggole.
Anche in arte vi fu allora un gran movimento verso il culto del vero. Nella pittura storica l'influenza delle idee greco-romane, che servivano o si facevano servire alla politica del momento, popolò le tele d'Achilli, di Aiaci, di Milziadi, di Orazi e Curiazi, di Gracchi ecc. ecc. Si cercò col vero dinanzi la forma antica nella sua monotona affettazione; si volle vedere il nudo da per tutto, fino sotto le vesti; si dipinsero figure che sembrava le avessero indosso bagnate. La mania arrivò al punto che per uno scultore classico l'umbilico fu visibile sotto la corazza del medio evo, ed un disegnatore dovendo rappresentare Napoleone in piedi, segnava la rotula sotto lo stivale a tromba!
La pittura di paese viveva invece in un ambiente scarico di passioni politiche, e tenne una via piú ragionevole. Dai chiaroscuri di lacca o cinabro, dai manieristi de' quali rimangono i saggi nei sovrapporti de' quartieri signorili di quel tempo, si passò all'imitazione esatta, minuta del vero, senza mettervi né per l'argomento, né per la forma o per l'effetto, ombra d'immaginativa.
Hackert fu tra' primi ad applicare quella teoria cosí semplice in apparenza, ed in sostanza cosí spesso negata: esser l'arte il ritratto del vero, né potendosi far ritratto veruno senza conoscere l'originale, doversi studiare questo vero e metterselo in capo quanto è possibile.
Egli morí a Firenze nel 1807. La contessa d'Albany aveva un suo paese assai grande, rappresentante un bosco d'alto fusto con un lontano, ed alcuni cervi sul davanti. Io lo ricordo in nube, fra le mie prime impressioni, e rammento che lo guardavo ed ammiravo lungamente.
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