CAPITOLO SECONDO
Ho vedute in vita mia grandi e belle estensioni di paese, in monte, in piano, sui mari, sui laghi, ma una vista come l'avevo dal balcone della mia camera a Rocca di Papa, e che tanto campo offrisse all'immaginazione, alle grandi memorie, al gusto artistico ed alla poesia, non l'ho incontrata in nessun luogo, e neppure che le si avvicinasse.
In quel tempo oltre lo studio dell'arte continuava altri studi ne' quali la mia educazione, come già dissi, aveva lasciate grandi lacune. M'ero portati libri di storia che sempre m'è sembrata il piú profittevole degli studi, e cercavo cosí d'informarmi di quel che era stato del nostro globo e della nostra razza dopo i Romani, i Greci gli Egiziani, i Medi, gli Assiri ecc. Come vede, mi restava un bello spazio da colmare.
Non avendo denari, non potevo aver libri come sarebbero bisognati. Mi contentai d'averli come potevo ed il primo che lessi, comprato su un banchino per pochi paoli, fu l'istoria del Pignotti. Ora sarebbe considerata un vecchiume, tanti sono i progressi ne' metodi, nella filosofia della storia, e nella ricerca de' documenti originali; ma allora, e per me specialmente, era un tesoro. Avevo altresí potuto procurarmi le vite di Plutarco, e cosí potevo alternare fra la storia antica e quella del medio evo.
M'era già passato il furore degli eroi d'Alfieri, non provavo piú nessun desiderio d'ammazzare una Maestà qualunque, le poche notizie che già avevo messe insieme sulle età piú vicine a noi mi aprivano un nuovo orizzonte che cominciava ad allettarmi quanto e piú dell'antico: tuttavia non avevo ancora potuto scevrare nel mio giudizio quelle vecchie società dal loro prestigio classico-scolastico, e sempre le stimavo in tutto superiori alle moderne.
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