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      Gran momento della vita quello nel quale s'osa chiedere ai sistemi, ai principî sin allora indiscussi ragione dell'esser loro! Io mi sentii meravigliato di me stesso il giorno ch'io dissi: Che cos'era infine questa Roma? Se è vera la religione della carità, perché i Cristiani venerano i trionfi della violenza? E difatti se studiamo dal punto di vista della felicità degli uomini la storia romana, quanto non si trasforma da quello che ce la presentano gli educatori!
      Se non altro, mi sembra che a volerla giudicare rettamente, non sarebbe pretensione esagerata l'esigere come elemento del processo, la narrazione fedele bensí delle battaglie, delle vittorie terrestri e navali, de' trionfi, delle conquiste e di tutte le grandezze romane; ma altresí una non meno fedele relazione di tutte le uccisioni, di tutto il sangue, di tutte le lagrime, di tutti i dolori, di tutte le miserie, gli stermini, le desolazioni colle quali la massa dell'umanità ha dovuto pagare il gusto di aver davanti agli occhi e nell'orecchie per secoli queste vittorie, questi trionfi e questa grande fantasmagoria capitolina.
      E se è giusto e vero il principio fondamentale delle società moderne, essere la legalità d'un governo dipendente dalla volontà del popolo che n'è governato, vorrei sapere se l'umanità consultata avrebbe ne' tempi de' Romani votato per l'Impero romano! E se quindi, secondo le idee che crediamo le piú vere, e fra l'altre quella che un uomo ne val un altro, e che l'ultimo de' sciagurati Germani scannato nel circo per divertire il primo fra i Romani, aveva gli stessi diritti di lui; se, dico, c'è ragione, perché rimaniamo sempre in ginocchio ad occhi chiusi dinanzi a quel colossale monumento della prepotenza umana che si chiama l'antica Roma?


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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