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      .... Tanto è vero che la devozione a quella Santa l'abbiam nel sangue, ed è la parte meno contestata dell'eredità de' nostri maggiori.
      La bellezza della vista, soprattutto nelle sere di luna nuova, quando il suo corno inevitabilmente argenteo sta sull'orizzonte ancora un paio d'ore dopo il calar del sole, m'ha lasciato un'impressione che non scorderò mai piú.
      Il panorama dalle mie finestre cominciava a sinistra dal dirupo del monte coperto di robuste masse di castagni e di noci, e sul quale era fondata la casa che abitavo. Questo manto di verdura copriva da ogni parte il paese, e l'avvallava con ripido e ondeggiante pendio verso la pianura. Le è mai venuto il desiderio, vedendosi a' piedi le molli e fresche forme delle grandi foreste, di potersi gettare ed immergere in quel mare di foglie come s'immergerebbe nell'acque? Io sempre ho provato quest'istinto, e lo provavo alla mia finestra in allora. L'ultimo orizzonte era occupato per metà da una striscia azzurra del mar Tirreno; per metà dalla lontanissima montagna di Viterbo, dai monti dell'Umbria, della Sabina, dinanzi ai quali si presenta isolato l'antico Soratte, ora monte Sant'Oreste, che mi stava dinanzi a poche miglia quand'ero a Castel Sant'Elia. Dalla Sabina, sempre andando da sinistra a diritta, vedevo monte Gennaro, i monti di Tivoli, e poi distante soltanto poche miglia il lungo declivio delle aride colline del Tusculo, e sott'esse le ville ed i giardini di Frascati, le torri di Grottaferrata, e piú in qua ancora i tetti dell'antico feudo colonnese, Marino. Lo spazio fra l'ultimo orizzonte e le falde del monte Albano, sul quale mi trovavo, era la vasta insalubre region di Vittorio Alfieri, la campagna romana. Non c'è dubbio che con un po' di cattiv'umore indosso si può non vedere in essa altro che la terzana ed il deserto: ma bisogna pur confessare che ad onta della filosofia della storia, della logica, della morale, dell'amore per l'indipendenza e dell'odio per la conquista, è impossibile sottrarsi al senso di rispettoso stupore, che imprime l'aspetto di quella vasta tomba nella quale giace sepolta l'antica prepotenza romana.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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