Bisogna confessare altresí che la città eterna, per quanto a questo titolo la ragione sorrida, sembra fatalmente meritare il suo nome. Roma era prima di Romolo. Era città Sicula, Osca, Tirrena, Pelasgica, Etrusca, Sabina? Dio lo sa: ma era! Dovette avere un'istoria. Dio sa quali virtú, quali glorie, quali grandezze vi si erano mostrate; ora per sempre chiuse con quelle antiche genti ne' loro sepolcri! Quanti eroi allora creduti, e che si crederono immortali, non lasciarono sulla terra nemmeno un nome.
Ed a noi non accadrà forse lo stesso? Fra diecimila anni si saprà che Londra e Parigi furono? chi lo sa! Che furono Napoleone, Washington? Chi lo sa! Forse fra diecimila anni la crosta della terra sarà sconvolta affatto da quello che è in oggi: forse il terreno che ci porta sarà per qualche cataclisma sprofondato nelle voragini della terra; forse i futuri minatori troveranno tracce laggiú della nostra civiltà moderna, frantumi delle arti nostre commisti a quelli dell'arte antica; forse il colosso di Napoleone, di Canova, nudo, col globo ed il lituo, che è ora a Milano, confrontato ai frammenti dei colossi di Castore e Polluce del Quirinale, sarà creduto coetaneo. E se verrà trovata la palla di bronzo che corona la cupola di San Pietro s'indovinerà a qual uso era destinata?
Dopo la Roma ignota di Saturno, d'Evandro, di Pallante, viene la Roma mal nota di Romolo e de' Re. Quel grande antro ciclopeo, solo testimonio superstite ed intatto di quell'età, che da tre mila anni raccoglie le acque della città e le scarica in Tevere, ci dice: - se tale era la cloaca, che cosa doveva essere il palazzo, il tempio, la curia? Ma sappiam forse l'istoria ed i costumi di chi li abitava e li difendeva?
| |
Romolo Sicula Osca Tirrena Pelasgica Etrusca Sabina Londra Parigi Napoleone Washington Napoleone Canova Milano Castore Polluce Quirinale San Pietro Roma Saturno Evandro Pallante Roma Romolo Tevere Roma Dio Dio
|